Le vie dei tesori… 3^B plesso Pappalardo
Il 21 ottobre la classe 3aB della scuola Secondaria di primo grado V. Pappalardo, ha partecipato all’uscita didattica con destinazione Palermo. L’itinerario, volutamente diversificato nella scelta dei luoghi, prevedeva la visita al Rifugio Antiaereo di città, al Teatro Politeama, alla Villa Pottino e alla Villa Florio. L’indomani abbiamo chiesto ai ragazzi quale era stato il »
Il 21 ottobre la classe 3aB della scuola Secondaria di primo grado V. Pappalardo, ha partecipato all’uscita didattica con destinazione Palermo.
L’itinerario, volutamente diversificato nella scelta dei luoghi, prevedeva la visita al Rifugio Antiaereo di città, al Teatro Politeama, alla Villa Pottino e alla Villa Florio. L’indomani abbiamo chiesto ai ragazzi quale era stato il luogo che era risultato di più forte impatto emozionale, molti hanno indicati il Rifugio Antiaereo.
I ragazzi raccontano
Siamo stati accolti da Will Rothier, un ragazzo francese proveniente da Froidestres, un paesino a nord della Francia, ci aspettava davanti al Palazzo delle Aquile e che ci ha fatto da guida. Ha spiegato che il rifugio si trovava sotto Piazza Pretoria, che era stato realizzato dal comune nel 1935 per proteggere i cttadini dai bombardamenti. Il ricovero, solo per 200 persone, disponeva di 3 accessi su Piazza Pretoria e 2 dall’interno del Palazzo.
Poi siamo scesi e ci siamo resi conto di che cos’è un rifugio antiaereo, abbiamo sentito che ogni volta entravano più di 200 persone ma che tanti rimanevano fuori, che restavano al buio per ore, che uscendo vedevano solo distruzione e morte, che non c’era famiglia che non piangesse un morto.
I ragazzi esprimono le loro emozioni
– Io penso che la voglia di vivere doveva essere molto forte, quella voglia faceva superare l’angoscia, la paura, la mancanza di spazio di quel luogo. (Margherita – Francesca)
– In quel luogo cadevano le barriere non c’era né ricco né povero, né bambino né anziano; tutti erano uniti in un unico destino: la guerra. (Davide)
– Il luogo mi trasmetteva paura, penso alla gente che aveva paura di stare li sotto, in quelle condizioni ma anche paura di uscire e vedere morte e distruzione. Mi viene in mente uno slogan “Cominciamo a costruire sulla base della PACE”. (Ludovica)
– Il rifugio era brutto, era piccolo. (Alessandro Paolo)
– Uscendo da quel luogo la mia riflessione è: la guerra è solo una atrocità, non può portare niente di buono. (Alice)
– A me ha colpito la frase che ogni famiglia piangeva un morto, ho capito che guerra vuol dire cambiare la vita delle persone. (Giuseppe In.)
– Io ho sentito tanta rabbia, perché la guerra colpiva volutamente i civili, gente che la guerra non l’aveva neanche voluta (Giorgia)
– Quel luogo mi ha lasciato un senso di angoscia, penso che in quelle condizioni era difficile sperare in una vita migliore. (Alessandro F.)
– Lo sforzo che ognuno di noi deve fare è capire come si può evitare la guerra; io penso che l’incontro e il dialogo tra i popoli sia l’unica strada. Ecco perché anche a livello internazionale si propongono incontri tra popoli.
– Io sono stato uno di quelli che è uscito quasi subito dal rifugio, mi sentivo soffocare, mi saliva un senso di angoscia al pensare che tutto era vero! Perso che non possiamo capire quello che è la guerra. (Alessandro B.)
– Il rispetto, l’uguaglianza, la libertà, il dialogo sono in grado di allontanare la guerra. (tutta la classe)
Altre foto della giornata…